giovedì 29 aprile 2021

Quando la natura diventa una stanza di apprendimento e "non ha più pareti ma alberi " : riflessioni sull'outdoor education




La pandemia, la didattica a distanza, il lock down, le varie chiusure su diversi livelli, essendo state delle esperienze limite, hanno permesso che lo sguardo di ognuno si spingesse "fuori" con desiderio ed attesa. Questo, immaginando che l'uscita dal confinamento, potesse aprire  nuovi respiri. 

Così il  costante uso dei cellulari e del pc, l'uso/abuso del web e di internet come via privilegiata di conoscenza e relazione, ha fatto sì che emergesse ancora più forte la richiesta di cambiamento e di ritorno ai principi base dell'esperienza umana, cosi semplici ma proprio per questo, dimenticati e credo, alle volte, dati per scontati quelli in cui si valorizza i cinque sensi e li si utilizza.

Ho scritto, qualche anno fa, un libro insieme a Mauro Ozenda ( esperto di sicurezza informatica)  "UN COMPUTER DAL CUORE SAGGIO" Curcio edizione  che racconta di sicurezza internet e minori.

                                       

Rileggendolo in questi tempi mi pare molto attuale perché è risultato un bel modo per parlare di pedagogia della e nella natura.

Nella fiaba, all'interno del libro, si racconta che un pc perde la memoria per l'arrivo di  alcuni terribili virus; la sua più grande amica lo aiuterà a ritrovare la memoria perduta, e cosi preziosa per svolgere il compito quotidiano, per cui è stato costruito dagli uomini.  Il viaggio nel bosco, alla ricerca delle soluzioni, avverrà con  l'aiuto di una nonna, un gattino e un uccellino mandato dalla Natura. Quest'ultima è la protagonista indiscussa della fiaba. Sarà proprio lei che cambierà, in positivo, le sorti dei protagonisti. Tutto terminerà con il più bell'augurio ....il pc potrà concedersi un pisolino e  tutti i bimbi correranno all'esterno per giocare  con gli amici, imparando a crescere all'aria aperta!!!  

Se ognuno di noi è stato chiamato da questa pandemia ad uscire e a dar valore ai percorsi esterni, lo hanno fatto anche i nuclei famigliari che molto spesso, in questi mesi, si sono  recati nella natura, trovando ristoro e per imparare lezioni nuove ed interessanti date dagli alberi, dagli insetti, dagli animali, dalla pioggia, dai fiumi, etc

Ultimamente, uno sguardo pedagogico emergente, ancor più riconosciuto di valore durante la pandemia, è quello dell' Outdoor education  (OE) inteso come diceva la pedagogista Marta Arduino "un insieme di pratiche educative il cui comune denominatore è la valorizzazione dell'ambiente esterno inteso come spazio di apprendimento"

Negli ambiti scolastici ( nidi, scuole d'infanzie  e scuole primarie), associativi, culturali, etc si è cosi  iniziato  a pensare e credere sia fondamentale  la  valorizzazione   delle potenzialità  dello stare fuori (out-door) ,dell'ambiente e della natura come luogo di espressione e formazione. 

Tale filosofia di pensiero è nata, nella seconda metà del novecento da un pedagogista tedesco Kurt Hahn  che fondò una prima scuola di outdoor training nel Galles  e a seguire tale filosofia si diffuse nel nord Europa e  dagli anni ottanta/novanta anche in Italia  ha influenzato ogni ambito che abbia avuto a cuore "l'apprendimento all'aria aperta" e l'educazione all'esterno, associandola al  rispetto,  quanto mai sentito, dalle  giovani generazioni, del pianeta e del suo ecosistema.

L'outdoor education  ha permesso la riscoperta del concetto di natura in tutte le fasce di età che vanno dall'infanzia, alla terza età associandola all' esperienza dell'attivismo pedagogico  in cui la filosofia prima è: "imparo perché faccio" e la realtà viene esplorata attraverso i cinque sensi per cui  ciò che viene fatto fuori  diviene fonte di  apprendimento ed orientamento, non è solo un atto ricreativo fine a se stesso.

Molti pedagogisti negli anni hanno valorizzato l'esperienza della natura quale maestra di vita  e di esperienza basti pensare al "vivere la natura del bambino" di  Maria Montessori, al Dewey con il concetto di "esperienza", ai "giardini di infanzia" di  Frobel, a Steiner, etc.

L'educazione fuori porta permette di immaginare esistano delle possibilità e buone pratiche educativo- didattiche, atte ad ampliare attraverso l'approccio sensoriale ed "esperienziale" lo sviluppo della persona sotto l'aspetto emotivo, cognitivo, relazionale, oltre che implementare le sue capacità di osservazione ed intuitive di problem solving. Non trascurabile il fatto che, anche il corpo e la salute, possano trarre, da questa esperienza all'aria aperta, beneficio.

I boschi , le camminate, i giardini, i parchi diventano "libri attivi e vivi" atti a favorire, in ognuno che li abita e cammina con curiosità sempre nuova, utili apprendimenti

Tali esperienze implementano competenze espressivo- creative immaginative oltre che psico-corporee perché la Natura con le sue suggestioni è capace di regalare grande ampiezza di sguardo. 

Questi ambiti  nel verde divengono anche palestra relazionale di socializzazione, di cooperazione e collaborazione tra pari, oltre che migliorare il dialogo e l'interazione con gli adulti .

In Italia, in questi ultimi anni, si è assistito alla nascita di asili nel bosco, fattorie didattiche,      case nel bosco e nel verde rivolte ai bambini,  esperienze  sempre più in espansione;  attività condivise negli orti  delle città o nei giardini pubblici per adulti e per bambini.

Mi auguro che queste esperienze di "consapevolezza nel verde" sempre più diffuse , portino l'essere umano a riappropiarsi di un antico concetto di unione con il pianeta Terra, Madre e culla della vita 

Come sosteneva  Gary Snyder " La natura non è un posto da visitare . E' casa nostra"

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