mercoledì 8 settembre 2021

La semplice camminata come "spazio educativo " di incontro e " luogo" di creatività immaginale






I Laboratori educativi per adulti immaginati e progettati durante una  semplice passeggiata nel verde, hanno come scopo  di educare il cliente all'ascolto e all'osservazione della natura, sintonizzarsi con essa  in rispettoso dialogo .

Per questo gli alberi , la campagna, il Prato , il sentiero,  il fiume, etc. possono diventare luoghi non solo fisici ma anche interiori, dove poter sperimentare il coraggio, il silenzio, la paura, la tensione, il pericolo, l'attenzione, etc. esplorando costantemente i cinque sensi e sviluppando l'intuito.

Nella passeggiata pedagogica, il cliente ascolta e osserva parti di se stesso in un contesto di silenzio e di tranquillità, imparando a conoscersi di più attraverso alcuni Esercizi di respirazione, ascolto attivo, camminata consapevole,  esercizi di immaginazione, etc
Si tratta di un laboratorio itinerante per incontrare anche la personale capacità creativa ed immaginale attivata dagli elementi che si incontrano per strada che fanno comprendere le infinite interconnessioni esistenti tra “dentro e fuori “
I laboratori sono particolarmente indicati in questo periodo di iper- connessione che distolgono e allontanano l’individuo dalla realtà semplice.
Particolarmente indicata per attenuare situazioni di stress eccessivo ed essere di aiuto nei momenti di stanchezza emotiva.
I percorsi sono una camminata semplice ed hanno come scopo anche quello di sensibilizzare al racconto, narrazione di ricordi aneddoti famigliari.

I laboratori sono individuali e vengono concertati insieme al cliente in base alle sue esigenze.

In questo contesto metto al servizio del cliente, la mia esperienza di molti anni di lavoro con le persone, in chiave pedagogica e di formazione partendo dai preziosi insegnamenti famigliari dei miei genitori e nonni ( essendo gente di montagna e campagna) che mi hanno fatto vivere ed apprezzare, sin da bambina, la natura e le sue manifestazioni.




martedì 7 settembre 2021

Alle foci del Timavo tra storia e leggenda

                                           

Giochi di luce nelle risorgive del fiume carsico Timavo nella chiesa di San Giovanni Tuba
I colori della natura si fanno brillanti, intensi, quasi fossero capaci di riaffiorare anche essi dal buio delle profondità della terra come lo fa questo fiume che proprio qui, in questo posto magico, ritrova luce.
In esso vi Sorge su una antica basilica paleocristiana
Suggestiva storia che ci arriva anche dal fatto che Qui, in precedenza, si trovava un tempio pagano, di cui rimangono oggi solo alcune testimonianze epigrafiche dedicato a Speranza Augusta
Accanto alla Chiesa fu eretto in seguito un monastero benedettino, centro dell’opera missionaria di evangelizzazione condotta dai monaci presso le popolazioni slave.
" Il toponimo “Tuba” deriva forse da tumba, dalle lapidi funerarie rinvenute nel sito; in latino tuba indica poi un condotto naturale o artificiale delle acque che potrebbe essere messo in relazione al vicino fiume sotterraneo, il misterioso Timavo. Ma la storia e leggende più antiche, delle quali si è persa quasi completamene la memoria, raccontano di un luogo di cui si parlerà alle fine dei tempi. Strabone ricorda che qui sorgeva un sacrario dedicato a Diomede e si favoleggia di Giasone, di Ercole e di Orfeo che toccarono questi luoghi, non a caso, perché qui correva la via dell'ambra; è certo che le correnti calde del Timavo furono usate in epoca romana per un impianto termale allora parecchio celebre.
La leggenda racconta che «l'antica chiesa di San Giovanni edificata all'uscita del fiume Timavo fu chiamata "te Tuba" perché qui si stabilì una delle prime colonie di sopravvissuti al diluvio universale». Ed è qui che, alla fine del mondo, uno dei quattro angeli dell'Apocalisse suonerà la sua tromba, da cui “tuba”, e lo farà nel giorno del giudizio universale, per far uscire i morti dalle loro tombe. Per questa credenza in molti, in passato, avevano scelto di farsi seppellire in questo suggestivo luogo: quella di San Giovanni in Tuba, insomma, per l'antica tradizione cristiana, sarebbe una terra di risurrezione dalla morte alla fine dei tempi"( Tratto dal Il gazzettino )
Rapita dai giochi di luce tra le foglie. Ogni angolo sembra uscito da un quadro appena dipinto e con una sua precisa cornice e significato simbolico
Consigliato in autunno con il cangiare dei colori o al tramonto d'estate
Ogni singolo scorcio, ombra,tronco etc può raccontarci una fiaba ed invitarci ad immaginarla
Palcoscenico possibile di personaggi della fantasia paurosi o meno, non solo per bambini ma che per i più grandi !









Andar per Rilke a Duino : il sentiero che è poesia

 

Esistono luoghi che percorro sempre con entusiasmo : Rilke è uno di questi camminamenti . È semplice accedervi, anche se l’attenzione è bene ci sia per alcuni tratti molto brevi ma sassosi e scivolosi . Vi è una forma di meditazione e consapevolezza nella camminata in quei punti.
La lentezza ci fa da saggia compagna.
Il sentiero, intitolato al poeta boemo Rainer Maria Rilke e inaugurato nel 1987, si estende per 1700 metri e permette di accedere alla Riserva naturale da Sistiana o da Duino; il percorso ha un andamento pressoché pianeggiante , che consente di affrontare la passeggiata comunque , in modo agevole.
Da qui lo sguardo spazia su tutto il golfo di Trieste e si possono ammirare le falesie di Duino, formate - come l'intero altipiano carsico - da rocce carbonatiche, nate dalla sedimentazione di gusci di animali sul fondo di un mare poco profondo.
E' parco particolare, affacciato sul mare che gode del sole e del vento che in quel luogo fanno da padroni e noi graditi ospiti. Resta particolarmente indicato in primavera tra aprile maggio giugno, periodo in cui si può camminare immersi nei profumi della vegetazione mediterranea e continentale. Il percorso, termina nel paese di Duino sede del Castello, che in passato ospitò nobili, artisti e il poeta Rainer Maria Rilke, a cui è intitolato il sentiero.
Ritengo che gli scorci, il paesaggio, la possibilità di fermarsi in punti panoramici bellissimi, su comode sedute, sia esso stesso una poesia
I colori e il silenzio offrono immagini che curano il nostro frastuono interiore.


Nel colmo della notte, a volte, accade
che si risvegli, come un bimbo, il vento.
Solo, pian piano, vien per il sentiero,
penetra nel villaggio addormentato.
Striscia, guardingo, sino alla fontana;
poi si sofferma, tacito, in ascolto.
Pallide stan tutte le case, intorno;
tutte le querce mute.



Quando i miei pensieri sono ansiosi, inquieti ,
vado in riva al mare, e il mare li annega e li manda via con i suoi grandi suoni larghi, 
li purifica con il suo rumore,
e impone un ritmo su tutto ciò che in me è disorientato e confuso.

                                                                         (Rainer Maria Rilke)













 


martedì 1 giugno 2021

Musica ed educazione all'ascolto

 Non si deve insegnare la musica ai bambini per farli diventare grandi musicisti, ma perché imparino ad ascoltare e, di conseguenza, ad essere ascoltati.”

(Claudio Abbado)

Educare i bambini all'ascolto, può essere un viaggio interessante che passa dal buon esempio degli adulti nell'ascolto attivo e attento dei rumori, suoni, parole, etc e anche dall'avvicinamento alla musica già da piccoli
Preziosi sono gli scambi che avvengono tra il feto e la madre.
la Gravidanza è un universo di suoni perchè tutto risuona nella pancia: il battito del cuore, le risate, i pianti, le grida e tutti i rumori esterni
Credo che la connessione tra madre e bambino che passa dalla voce e dal suo timbro, inizi proprio in quel momento tramite il liquido amniotico e prosegua con le ninna nanne cantate appena nati che hanno un effetto benefico e tranquilizzante sul bambino e sulla mamma.
un team di ricerca finlandese ha scoperto che durante la gravidanza i bambini non solo ascoltano la musica ma sono anche in grado di impararla tanto che possono riconoscerla dopo la nascita
Quindi un mondo di interscambio fatto di ascolto e tenerezza ove i suoni, la musica sono un tramite di morbidezza!
A seguire, l'apprendimento della musica e di uno strumento musicale è auspicabile si fondi, specie all'inizio, non solo su abilità tecnico cognitive, ma favorisca l' ascolto e l'amore per la musica come sensibilità individuale e relazionale.
Non dimentichiamo, infine, che Grande officina e laboratorio di suoni è la natura, fonte infinita di giochi e apprendimenti che passano dall'ascolto dei suoni che da essa giungono in abbondanza ( cinguettii, soffio del vento, passi sui sassi, versi di animali, scorrere dell'acqua, rumore delle onde, etc)
Anche l'invito all'ascolto della musica interna al corpo ( battito del cuore, respiro, etc) può essere un prezioso aiuto di educazione alla consapevolezza, per i bambini ma anche per i grandi


Divertente è poi, produrre i suoni insieme, con semplici strumenti come sassi, bastoncini, pietre, etc.
Anche cantare insieme in famiglia, usando lo strumento che è la propria voce, è una utile opportunità per sperimentare un" esserci" al mondo in modo leggero e giocoso
Facciamolo più spesso, e scopriremo di non essere poi cosi tanto stonati!!!


mercoledì 5 maggio 2021

Perle di Saggezza nell’ infanzia.

 

Perle di Saggezza nell’infanzia.





 

SAGGEZZA / INFANZIA

Sembra un connubio impossibile; un matrimonio lessicale che non funziona; un controsenso. Le due parole non paiono coesistere, eppure ci capita spesso, attraverso l’incontro con i bambini come educatori, genitori, professionisti di ascoltarne la profondità, capacità intuitiva. Sono sicuramente i figli di una nuova Era che manifesta e chiede un cambiamento.

Mi soffermo in silenzio davanti a certe frasi dei bimbi che incontro nei laboratori creativi pedagogici  e resto sorpresa dei loro  pensieri essenziali che mi fanno riflettere e offrono uno  spunto di dialogo interiore.

Sorrido e accolgo a cuore aperto parole leggere, racconti di quotidiano che disarmano ma lasciano dentro una freschezza nuova.

Se la saggezza consiste nel “fare il miglior uso possibile della conoscenza che si ha a disposizione” credo che in questi casi si attinga a un “sapere  intuitivo” vicino al sentire del cuore.

Questi spunti immediati, nascono da  uno sguardo alla vita e al suo scorrere con atteggiamento più innocente, privo di nuvole o di sovra pensieri, sovrastrutture, senza quel “sovra” che forse  rende tutti, noi adulti, più impermeabili anche alla stessa gioia e al sorriso.

Nei laboratori individuali con i più piccoli  si utilizzano i disegni, la plastilina,  i sassolini,  le marionette, i fiori, i libri di favole, etc…. il prato verde su cui distendersi  diventa magari una bella cornice da cui guardare il cielo azzurro. Non esiste né un prima , né un dopo, ma solo il momento presente che si manifesta e rende vivo l’esistere e l'incontro educativo dove molto può  manifestarsi per crescere.

C’è una  filosofia antica  in quei momenti, non teorica ma pratica.

Una filosofia spicciola, fatta di poche pennellate che arrivano piene e dipingono tutto l’intero: anima cuore , corpo e mente.

Sono grata di questi incontri, me ne riempio il cuore perché sento ancora di voler imparare anche da chi usa linguaggi che apparentemente credo di conoscere per formazione ed esperienza, vista la mia non più giovane età, ma che forse ho dimenticato o rimosso. Tendo  pertanto, a divenire un foglio bianco che accoglie senza interpretare.

Desidero condividere con voi qualche piccolo pensiero luminoso raccolto in questi anni , spero che possa illuminare il vostro cuore come ha  accarezzato il mio.

 

Prova a leggere il tuo nome alla rovescia: che tu lo legga diritto o alla rovescia resti sempre tu, non cambi, però sorridi. ( 6 anni)

 

Le   mie cocorite non hanno bisogno di sposarsi o di avere figli. Si vogliono bene comunque: hanno zampe lunghe e forti, hanno il becco arancione e le piume colorate. Sono felici cosi. ( 6 anni)

 

Ieri vedevo il sole tramontare: non sono salito a cavallo, l’istruttrice si è arrabbiata molto ma dopo….dopo….non lo avrei visto tramontare. Cosa mi sarei perso? Qualcosa di bello. ( 6 anni)

 

Noi abbiamo le antenne, come gli insetti, con quelle ascoltiamo ciò che gli occhi non vedono. Funzionano sai… Funzionano  anche per te che sei grande. Solo se le inizi a usare.  ( 6 anni)

                 

Sai…, si sentono cose strane in TV: coppie che si separano, si lasciano.

I genitori a un certo punto sono strani, sono stanchi. E guardano altrove. Io, i miei “due”, li tengo  d’occhio sempre, anche se non mi vedono.  ( 8 anni )

 

Sai vorrei un dono: un dono grande per il mio compleanno.  Desidererei che i miei genitori stessero con me di più a giocare. Loro mi fanno fare tante cose, io corro in macchina tra una cosa e l’altra, ma io….voglio  solo ritornare a casa. Nella mia camera. Sono stanco dopo la scuola. Mi aspetta il mio cagnolino, lui è felice e gioca con me quando mi vede.  ( 8 anni)

 

Io amo viaggiare: ho visitato tanti continenti, sono andato anche in aereo. Ho visto persino il mare. Sono andato a Rimini. ( 5 anni)

 

Mi sei simpatica perché sei furba : ti chiami con due nomi Rosa Rita. Cosi se non ti piace uno l’usi l’altro. ( 6 anni)

 

I voti sono numeri che ci dicono chi siamo ( 8 anni)

 

Mio papà è un principe pirata ed io sono la sua principessa. Ogni tanto, arriva  a casa a prendermi e mi porta sulla sua isola. Io sono felice perché sono sulla sua nave. Poi ritorno  a casa da mamma.   ( 6 anni)

 

Io ho il gatto e due tartarughe, il papà il suo cellulare, la mamma il pc.  (   7 anni)

 

Siamo una famiglia numerosa: mia mamma, mio papà,  la mia sorellina con due stelline in cielo.  Quelle sono il nonno e la nonna. Quella che brilla di più è la nonna, il nonno brilla di meno perché è dietro. ( 7 anni)

 

Tu sei la mamma di tanti bambini? Tu ne hai uno? Credo tu sia una fatina, perché sei bionda ma la bacchetta magica dove l’hai messa…..? La usi qualche volta? ( 4 anni)


Ma se tu parli ai  bambini….chi   parla con te quando non ti senti capita? Ti fai abbracciare quando piangi? ( 9 anni)

La storia che scrivo, oggi con te, non voglio, abbia  la  parola fine… perchè la mia è una storia a puntate ( 8 anni)

 Mi sento  come il mio cavallo Morgan che si interroga che cosa sta a fare lì, ancora fermo, in scuderia. Il prato è fuori dalle staccionate. ( 14 anni )

Ecco ho dipinto...un'opera d'arte, ovvero...una cosa mia bellissima ( 6 anni)

 


giovedì 29 aprile 2021

Quando la natura diventa una stanza di apprendimento e "non ha più pareti ma alberi " : riflessioni sull'outdoor education




La pandemia, la didattica a distanza, il lock down, le varie chiusure su diversi livelli, essendo state delle esperienze limite, hanno permesso che lo sguardo di ognuno si spingesse "fuori" con desiderio ed attesa. Questo, immaginando che l'uscita dal confinamento, potesse aprire  nuovi respiri. 

Così il  costante uso dei cellulari e del pc, l'uso/abuso del web e di internet come via privilegiata di conoscenza e relazione, ha fatto sì che emergesse ancora più forte la richiesta di cambiamento e di ritorno ai principi base dell'esperienza umana, cosi semplici ma proprio per questo, dimenticati e credo, alle volte, dati per scontati quelli in cui si valorizza i cinque sensi e li si utilizza.

Ho scritto, qualche anno fa, un libro insieme a Mauro Ozenda ( esperto di sicurezza informatica)  "UN COMPUTER DAL CUORE SAGGIO" Curcio edizione  che racconta di sicurezza internet e minori.

                                       

Rileggendolo in questi tempi mi pare molto attuale perché è risultato un bel modo per parlare di pedagogia della e nella natura.

Nella fiaba, all'interno del libro, si racconta che un pc perde la memoria per l'arrivo di  alcuni terribili virus; la sua più grande amica lo aiuterà a ritrovare la memoria perduta, e cosi preziosa per svolgere il compito quotidiano, per cui è stato costruito dagli uomini.  Il viaggio nel bosco, alla ricerca delle soluzioni, avverrà con  l'aiuto di una nonna, un gattino e un uccellino mandato dalla Natura. Quest'ultima è la protagonista indiscussa della fiaba. Sarà proprio lei che cambierà, in positivo, le sorti dei protagonisti. Tutto terminerà con il più bell'augurio ....il pc potrà concedersi un pisolino e  tutti i bimbi correranno all'esterno per giocare  con gli amici, imparando a crescere all'aria aperta!!!  

Se ognuno di noi è stato chiamato da questa pandemia ad uscire e a dar valore ai percorsi esterni, lo hanno fatto anche i nuclei famigliari che molto spesso, in questi mesi, si sono  recati nella natura, trovando ristoro e per imparare lezioni nuove ed interessanti date dagli alberi, dagli insetti, dagli animali, dalla pioggia, dai fiumi, etc

Ultimamente, uno sguardo pedagogico emergente, ancor più riconosciuto di valore durante la pandemia, è quello dell' Outdoor education  (OE) inteso come diceva la pedagogista Marta Arduino "un insieme di pratiche educative il cui comune denominatore è la valorizzazione dell'ambiente esterno inteso come spazio di apprendimento"

Negli ambiti scolastici ( nidi, scuole d'infanzie  e scuole primarie), associativi, culturali, etc si è cosi  iniziato  a pensare e credere sia fondamentale  la  valorizzazione   delle potenzialità  dello stare fuori (out-door) ,dell'ambiente e della natura come luogo di espressione e formazione. 

Tale filosofia di pensiero è nata, nella seconda metà del novecento da un pedagogista tedesco Kurt Hahn  che fondò una prima scuola di outdoor training nel Galles  e a seguire tale filosofia si diffuse nel nord Europa e  dagli anni ottanta/novanta anche in Italia  ha influenzato ogni ambito che abbia avuto a cuore "l'apprendimento all'aria aperta" e l'educazione all'esterno, associandola al  rispetto,  quanto mai sentito, dalle  giovani generazioni, del pianeta e del suo ecosistema.

L'outdoor education  ha permesso la riscoperta del concetto di natura in tutte le fasce di età che vanno dall'infanzia, alla terza età associandola all' esperienza dell'attivismo pedagogico  in cui la filosofia prima è: "imparo perché faccio" e la realtà viene esplorata attraverso i cinque sensi per cui  ciò che viene fatto fuori  diviene fonte di  apprendimento ed orientamento, non è solo un atto ricreativo fine a se stesso.

Molti pedagogisti negli anni hanno valorizzato l'esperienza della natura quale maestra di vita  e di esperienza basti pensare al "vivere la natura del bambino" di  Maria Montessori, al Dewey con il concetto di "esperienza", ai "giardini di infanzia" di  Frobel, a Steiner, etc.

L'educazione fuori porta permette di immaginare esistano delle possibilità e buone pratiche educativo- didattiche, atte ad ampliare attraverso l'approccio sensoriale ed "esperienziale" lo sviluppo della persona sotto l'aspetto emotivo, cognitivo, relazionale, oltre che implementare le sue capacità di osservazione ed intuitive di problem solving. Non trascurabile il fatto che, anche il corpo e la salute, possano trarre, da questa esperienza all'aria aperta, beneficio.

I boschi , le camminate, i giardini, i parchi diventano "libri attivi e vivi" atti a favorire, in ognuno che li abita e cammina con curiosità sempre nuova, utili apprendimenti

Tali esperienze implementano competenze espressivo- creative immaginative oltre che psico-corporee perché la Natura con le sue suggestioni è capace di regalare grande ampiezza di sguardo. 

Questi ambiti  nel verde divengono anche palestra relazionale di socializzazione, di cooperazione e collaborazione tra pari, oltre che migliorare il dialogo e l'interazione con gli adulti .

In Italia, in questi ultimi anni, si è assistito alla nascita di asili nel bosco, fattorie didattiche,      case nel bosco e nel verde rivolte ai bambini,  esperienze  sempre più in espansione;  attività condivise negli orti  delle città o nei giardini pubblici per adulti e per bambini.

Mi auguro che queste esperienze di "consapevolezza nel verde" sempre più diffuse , portino l'essere umano a riappropiarsi di un antico concetto di unione con il pianeta Terra, Madre e culla della vita 

Come sosteneva  Gary Snyder " La natura non è un posto da visitare . E' casa nostra"

lunedì 26 aprile 2021

Il Cammino: educazione al Ben-essere

 



Imparare a camminare è imparare a vivere e a costruire una relazione prima di tutto con se stessi .
Il cammino rappresenta un’esperienza umana, relazionale e spirituale profonda.
Può rappresentare un vero laboratorio educativo di cura e favorire
la ricerca di se stessi, dei propri angoli bui e luminosi attraversando a piedi percorsi brevi e, magari, se siamo fortunati, panoramici .
L’esperienza del camminare si nutre del “qui e ora” vissuto come ricca possibilità di presenza mentale.
La persona lungo il cammino può contattare le sue risorse, lasciando andare stress e tensione emotiva.
La natura con la sua bellezza può proporre immagini , esperienze nuove , alla luce delle quali,  apprendere efficaci modi di rivedere le proprie esperienze esistenziali.
Io stessa , in questo anno pandemico, ne ho sperimentato la bellezza e l’efficacia sul corpo , mente ed emozioni.
Incamminarsi , prefiggersi una meta, superare i propri limiti , svuotare la mente da pensieri pesanti sono alcuni dei benefici che regala questa esperienza, nata con l’uomo.

I propri passi in movimento possono far  riacquistare nuova energia e favorire un buon riposo dopo una sana stanchezza motoria.

Camminare, inoltre, favorisce il pensiero creativo, apre a nuove possibilità , strategie e idee , libera  l’immaginazione e la fantasia.
La natura ci invita ad uno sguardo semplice, essenziale ma totale.
A noi riempirci della sua “ bellezza “ che non conosce  nella sua accezione, la dualità, scissione ma contempla tante sfumature possibili.
Nietzsche scriveva “Tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si cammina”.
ed ancora
R. Tagore “ Camminare , è ad ogni passo, un incontro con noi stessi “





giovedì 11 febbraio 2021

D'improvviso

  D’ improvviso può accadere che ciò che da tempo sedimentato trovi luce e consapevolezza

Basta poco, a volte.

Una immagine, una frase, un accadimento possono aprire dei file interiori o finestre di significato e sciogliere matasse aggrovigliate di anni.

Camminare in natura, favorisce quel giusto raccoglimento che è al servizio dell'ascolto più profondo di se stessi.

Quante volte, ascoltando l'acqua scorrere siamo stati presi da una sensazione di liberazione e chiarezza?


come scriveva Erri De Luca


"Molto del destino di ciascuno dipende da una domanda, una richiesta che un giorno qualcuno, una persona cara o uno sconosciuto, rivolge: d'improvviso uno riconosce di aspettare da tempo quella interrogazione, forse anche banale ma che in lui risuona come un annuncio, e sa che proverà a rispondere ad essa con tutta la vita"





giovedì 28 gennaio 2021

Il ponte del diavolo a Cividale del Friuli. Quando impariamo a guardare le cose quotidiane da prospettive nuove

Siamo abituati a percorre  il paese o la città dove viviamo, attraversando gli stessi punti di riferimento. Ci sono noti e ci muoviamo con consueta famigliarità, dimenticandoci di "stupirci".

Con questo atteggiamento, ultimamente, mi muovo nella mia città che è Cividale  del Friuli  (Ud) "aiutata "il che è quasi paradossale,  da questo anno particolarmente complesso per le chiusure e i colori  delle regioni.

La cittadina ha come punto di riferimento, molto conosciuto, un ponte detto del diavolo. Esso ha  nome da una antica leggenda che vede un diavolo e un sindaco impegnati nella sua costruzione . Poiché pare che ,umanamente, non si trovassero le strategie per unire le due sponde,  un giorno il borgo mastro della città disse che avrebbe dato l'anima al diavolo per riuscire a trovare una  bella e buona soluzione. Fu immediata l'apparizione del diavolo in persona che si dimostrò favorevole a barattare l'anima di un cittadino cividalese con L'edificazione di tale monumento. Fu siglato il patto tra i due e pare che vi fu, a seguire, una nottata di tuoni e fulmini uditi dai cividalesi chiusi  nelle loro abitazioni . Si racconta che la madre del diavolo  in persona, si fosse scomodata per rendere possibile tale  evento portando nel suo ampio grembiule un enorme masso. Questo servì a unire  le due sponde( tale masso è ancora visibile e dona maestosa mostra di se stesso al centro del fiume) Al mattino, tutta la città stupita e meravigliata fece suonare a festa tutti i campanili di Cividale e  venne, a seguire,  benedetto con l'acqua santa il ponte. Al  momento dello scambio pattuito , il diavolo era oramai sicuro dell'esito raggiunto ma   il borgo mastro  non se la sentì di sacrificare un suo concittadino e si fece così più furbo dell'avversario . Da un sacco, fece uscire un cane che attraversò il ponte  e corse incontro al diavolo, il quale si arrabbiò terribilmente andandosi  a conficcare nell'antro di Castelmonte, una rocca medioevale poco distante cosi chiamata "Buco del diavolo". Nulla poté contro il ponte  perché era protetto dall'acqua benedetta!

Leggende che raccontano di un lato fiabesco di tale costruzione e che, come da tradizione, viene  raccontata a tutti i bambini e ai turisti in visita

Ha molte altre versioni ma io racconto quella che mi è stata tramandata. 

Due sponde uniscono  il bene e il male in una leggenda, come la dualità si manifesta nella vita di ogni uomo in forme svariate ( luce ed ombra, bianco e nero, sopra sotto, etc) ma ha senso guardarle  entrambe.



Tale ponte ha una sua indiscussa magia e io ci vado spesso nelle ore del tramonto a cogliere i giochi che fa il  sole con le sue pietre, che in quel contesto,  creano sfumature  uniche e  alle volte, stupefacenti.

Imparare a guardare le cose con attenzione e curiosità "nuova" come non le avessimo vai viste prima,  ci "educa" ad una speciale e semplice  possibilità di sguardo 

Noi che  siamo "abituati" a classificare emozioni, osservazioni, convinzioni secondo parametri rigidi e consueti, Impariamo da queste piccole sfumature a "cambiare" atteggiamento.

Può essere un buon inizio per  ammorbidire il nostro sguardo e scoprire degli angoli  davvero incantevoli anche vicino a casa.

Coinvolgere in questa scoperta anche i più piccoli, significa spingerli ad esplorare il mondo circostante quale fucina di  idee, scorsi, scoperte. Un internet naturale molto più vero ed utile perché concreta palestra sensoriale. 

Bello dirsi quindi.....


Oggi che scoprirai/ scoprirò di nuovo?

ed essere pronti alla sorpresa come ci mostra  una bella leggenda di tradizione popolare che ha sorpreso un " sicuro" diavolo alle prese con la sua grandiosità e sicurezza di conoscere tutto!